Svegliarsi con la sensazione di non avere via di scampo,
di dover vivere in una nazione alla deriva, senza capitani coraggiosi ma solo tanti marinai furbi, donnaioli, avidi del bottino.
Di guardare la generazione futura con compassione, guardarli mentre speranzosi cercano gli strumenti per trovare la loro strada ma una politica egoista li priva di strumenti e di strada.
Di vedere una classe politica ormai allo sbando, che tenta disperata di sopravvivere spesso mistificando la realtà, o più semplicemente andando dritta per la sua strada, quella dell’autoreferenzialità e della sopravvivenza a tutti i costi.
Degli italiani che non sanno come finire il mese perché spesso non gli hanno insegnato che si può vivere felici senza consumare ma solo vivendo.
Dei bambini che non nascono più, in una nazione di vecchi che insegue solo la speranza di allungare la propria vita senza pensare che una nazione senza bimbi ha i decenni contati.
Di una nazione superficiale, affascinata dai temi leggeri e restia ad appassionarsi alla propria complicata vita.
Ecco, ho difficoltà a credere che anche questa volta ce la faremo.
Perché la nazione è stanca e manca di prospettiva e voglia di sacrificarsi ancora.
So di chi è la colpa, ma la loro condanna non mi restituirà i migliori anni della mia vita e la speranza di vivere con entusiasmo i restanti in una nazione felice.
Mi hanno spento il sorriso.
Nulla da aggiungere, nulla da rimuovere. Tragicomica sintesi, di precisione violenta. Un unico rimpianto, é una storia vera e la stiamo vivendo!
E che ci accompagnerà per decenni, purtroppo.
Analisi esatta di una situazione senza soluzioni indolori
la soluzione è nella prossima generazione.
attenti a nn confondere il frutto con la pianta: il popolo italiano e’ la pianta, coi suoi mezzucci, i suoi egoismi e le sue pigrizie. in nessun campo, in italia, e’ ricercata l’eccellenza, ma solo persone facili da manipolare e che nn abbiano le capacita’ per essere un pericolo a chi dirige o comanda.