Considerazioni nate dopo essere stato chiamato piacevolmente in causa da Beppe Severgnini nel suo articolo su Italians.
Definire Twitter è una delle attività preferite dagli utenti di Twitter, insieme a quella di definire le regole di utilizzo.
Definire le regole in un paese che delle regole se ne infischia è quantomeno curioso, ma soprattutto non ha senso.
Gli italiani hanno una grande dote: la fantasia. E l’attitudine ad usare strumenti, mezzi, oggetti, prodotti, idee diverse, mischiarle, e farle diventare altro. Se dovessimo sempre seguire le regole del buon senso saremmo un paese prevedibile e senza futuro se non quello da impiegati di noi stessi.
Twitter è lo specchio dell’Italia odierna. Brillanti idee e devastanti ovvietà, spesso anche coincidenti nella stessa persona.
Essere diversi aiuta al confronto, aiuta a capirci, aiuta a tollerarci.
Aiuta ad essere italiani.
Ecco, twitter in questo momento è il social che più si adatta al nostro essere italiani.
Un modo di comunicare con il quale nei prossimi mesi dovremmo fare i conti.
Per la politica, per i giornalisti, per il marketing, per le emergenze, per la fruizione dei media tradizionali come la social tv o i giornali collaborativi.
E’ realtà di adesso, non un futuro nebuloso.
Le prossime elezioni saranno il banco di prova di quanto democratico e influente sia diventato questo twitter.
A Beppe Severgnini che ha scritto le lezioni semiserie di inglese e ha sempre ritenuto l’inglese passo fondamentale per poter vivere nella nuova società suggerisco di scrivere “Lezioni Semiserie su Twitter” come prossimo libro.
Perché i social sono l’inglese della nuova era digitale.