Il turismo non è un gioco dove l’importante è partecipare.
Turismo è offrire un’esperienza di viaggio, far assaporare la storia, osservare e gustare le bellezze e le bontà del territorio, conoscere un mondo distante dal proprio, entrare in risonanza con il territorio tramite i racconti della gente del luogo.
Tutto questo esiste ed è già pronto, in Italia.
E’ la storia, l’ambiente, la cultura, l’enogastronomia, la lingua, la tradizione, la gente. Vendere l’Italia significa vendere l’illusione di essere italiani per una vacanza, nella Disneyland della cultura mondiale, nel museo più grande del mondo e nel ristorante più ricco e gustoso.
Tutto questo fa dell’Italia e degli italiani una realtà speciale e unica. Non esiste nulla di simile, nel mondo. Per questo motivo siamo invidiati: lo stile di vita in un contesto unico con delle persone dalle qualità uniche.
Ecco, rimane il mistero del perché tutto questo non riusciamo a sfruttarlo.
Forse perché manca la consapevolezza?
No, non lo credo.
Manca un piano organizzato dallo Stato con la collaborazione della Regioni e a cascata dei Comuni.
Tempo fa ne scrissi, la mia idea era questa:
“- creazione di unità di censimento del territorio. Solo con la conoscenza del territorio, la digitalizzazione delle sue risorse su base dati comune standard si creano le premesse per creare un’offerta consapevole e soprattutto affidabile;
– sportelli di orientamento comunali o intercomunali dotati di piattaforma web che consente la raccolta dei dati del proprio territorio direttamente da chi quelle informazioni le crea e ne è responsabile, anche tramite l’autopromozione. Solo chi è sul territorio ha la conoscenze e il controllo dei dati, solo chi lo conosce può orientare al meglio il visitatore;
– aggregazione della base dati creata dai dati comunali in portali di contenuti per l’orientamento sia su piattaforma web che via app. Possibilità di poter creare tematismi infiniti o percorsi di scelte per permettere di potersi ritagliare la vacanza a propria misura;
– portale snello di marketing territoriale integrato con social e fortemente vocato ad intercettare i potenziali turisti e a fargli prenotare il viaggio.
Dal punto di vista dell’offerta c’è la necessità “solamente” di organizzazione.
Permettere ai turisti di vivere un’esperienza totale presuppone l’organizzazione del territorio, dell’accoglienza, della ristorazione, delle attività produttive, della fruizione dell’ambiente, dell’offerta culturale, dei trasporti.
Coinvolgere il territorio partendo dalle cellule minime e soprattutto dare pari opportunità è condizione indispensabile per la buona riuscita.
Controllo e repressione delle situazioni illegali. La ricezione in nero, prima fra tutte. Non esiste sviluppo senza regole certe e certezza della pena.”
Questa era solo la mia idea, ma credo che il riordino delle competenze e la digitalizzazione sia inevitabile e urgente.
Non ci vuole molto, solo la volontà di organizzarsi una volta per tutte.
Turismo: l’unica mossa vincente è non giocare.
Scherziamo di meno, organizziamoci di più.
Regole, organizzazione, supporto dei progetti del nostro territorio
E’ facile,
è italiano.
Molto bello l’aspetto che cita in questo articolo ,purtroppo in Italia bisogna sempre affrontare le difficoltà burocratiche che mettono in stallo questo settore e come dice lei, indicando come metafora il gioco è opportuno giocare di squadra in onesta e rilanciare l’Italia verso un futuro sostenibile legato al #turismo cominciando da una serie di interventi infrastrutturali .