La foto del bimbo deceduto sulla spiaggia è l’argomento del giorno.
Non perché quel bimbo è scappato dai luoghi dove è nato.
Non perché quei genitori hanno preferito rischiare di farlo morire pur di portarlo via.
Non perché quei genitori si sono spesi gli ultimi risparmi per pagare un delinquente pur di andarsene.
Non perché forse si aspettavano di essere accolti in mare da quell’occidente di cui avevano sentito parlare.
Non perché forse speravano di essere accolti a terra e poter garantire un futuro al loro piccolo figlio.
Non perché forse se le condizioni di quegli stati sono così instabili dipende anche dalla nostra inconsistente politica.
Non perché forse avremmo dovuto guardato l’Africa come una risorsa umana e non una cava di materie prime.
Non perché ci domandiamo tutto fuorché l’unica cosa che ha senso domandarsi.
Non perché.
Cosa fare adesso.
Come ti capisco. Proprio ieri mi domandavo quale fosse il mio posto, perché non so dove stare. Prima ancora di sapere cosa fare.
Niente. La risposta è niente.
Non faremo niente perché ormai i nostri occhi si sono abituati a queste immagini e ci lasciano indifferenti.
Non faremo niente perché tra due giorni ricomincia il campionato e di quel bambino sulla spiaggia ce ne saremo già dimenticati e le notizie sportive prenderanno il posto della cronaca.
Non faremo niente perché ormai è chiaro che l’Italia ma soprattutto l’Europa ha fallito in politica estera, abbiamo trascurato per decenni quell’enorme pentola a pressione che si chiama Africa pensando che un fazzoletto di mare potesse tenerci lontani dai loro problemi e siamo stati capaci solo di sfruttarla e depredarla delle sue ricchezze.
Non faremo niente perché ormai la situazione è fuori controllo e tutte le scelte drastiche che inevitabilmente saremmo costretti a prendere non sono certo popolari. Non si tratta più di destra o sinistra, di buonisti o fascisti, qualsiasi scelta sarebbe impopolare, farebbe perdere voti, voti importantissimi e necessari per mantenere quella seggiola che ormai è diventata talmente importante da cancellare tutto il resto.
Naturalmente non sto parlando solo degli italiani, anche i tanto decantati governi di Germania, Francia e Inghilterra non hanno fatto nulla. Si svegliano ora perché i migranti cominciano ad affollare le loro stazioni. Troppo tardi. Mi fanno ridere gli ungheresi che pensano di fermarli con un muro. La storia insegna, c’è già un muro tra Messico e Stati Uniti, è lì da quasi 100 anni eppure non mi sembra sia servito a molto. Non si può fermare chi cerca una vita migliore e soprattutto non si può fermare chi non ha più nulla da perdere se non la propria vita anche se è quella di un bambino.