Vorrei tanto conoscere la persona che ha voluto lasciare il segno del suo passaggio sulla pietra del belvedere di Capo Caccia.
Vorrei capire perché disegnare a bomboletta l’infantile sagoma di una testa di coniglio su quelle rocce millenarie.
Forse per permettere all’animale dentone di godere dello spettacolo roccia della Foradada adagiata sul mare che sembra un quadro.
O forse per mostrare al mondo quanto il suo talento sia degno di essere ammirato dalle migliaia di turisti che si affollano da quel luogo.
Magari invece è solo il gesto birichino di un ragazzetto in vena di impressionare gli amici o la ragazzetta che tanto gli fa battere il cuore.
O invece che non sia un gesto di protesta di qualche associazione dal nome impronunciabile che rivendica il diritto di qualcosa calpestandone un altro.
Non so, tante ipotesi ma una unica certezza: nella vastità dello spettacolo marino, di vento e profumi di una Sardegna selvaggia ed emozionante, nel silenzio di un paesaggio che ci avvicina al senso profondo della natura e della vita, girarsi e vedere quello sfregio appare di sicuro il gesto di un immenso, maleducato e irrispettoso vandalo cretino.