Prima di tutto in bocca al lupo al neo ministro Gian Marco Centinaio per il nuovo e impegnativo ruolo (anche) di Ministro del Turismo affiancato a quello dell’Agricoltura. Come anticipato da “Il Sole 24 ore” si prevede infatti “la creazione di un nuovo dipartimento all’interno del ministero delle Politiche agricole con due direzioni generali (una si dovrebbe occupare di Affari generali e l’altra di promozione del turismo).”
Dopo l’ultimo ministro della Cultura e (anche) del Turismo Dario Franceschini ecco quindi che si tenta di impostare in una nuova forma quello che per tutti dovrebbe essere la leva (o il petrolio!) per rilanciare l’economia italiana ma che poi nei fatti rimane il ministero di serie B.
Questa volta la volontà è chiara: puntare su l’aspetto che ci connota in maniera più riconoscibile e imponente nei mercati internazionali, quel Made in Italy agroalimentare su cui poggia lo stile di vita italiano che tanto affascina e sempre più diventa elemento determinante per l’esperienza di viaggio (mentre ancora non lo è nella motivazione principale).
La possibilità di avere finalmente parecchio danaro nella cassa comune con l’Agricoltura potrà permettere di fare davvero strategia promozionale come è necessario che sia in un mercato sempre più competitivo e globale.
La qualità della vita italiana che passa dall’esperienza enogastronomica ma anche dai luoghi nella quale questa viene prodotta e può essere fruita, invidiata, clonata e ricercata da mezzo mondo, può essere una chiave importante per attirare i turisti in un settore poco battuto e che può davvero diventare volano per lo sviluppo delle zone agricole e interne fuori dal circuito vizioso di Italia meta marino-balneare e di città d’arte.
L’aver poggiato la strategia turistica degli ultimi anni sul concetto di “Cultura” esteso ma fortemente sbilanciato sulla Cultura museale, archeologica e di alta fascia ha di fatto potenziato il target del turista medio alto ma non ha intercettato quello che poi porta i grandi numeri. Puntare sull’enogastronomia (non dimentichiamoci che un turista mangia tre volte al giorno e quella esperienza sarà determinante per la soddisfazione generale della sua esperienza di viaggio, come raccontavo nel Con il turismo eno gastronomico si mangia ) è intelligente anche in chiave export legandolo ovviamente anche agli aspetti di territorio e culturali che rimangono quelli che ancora oggi ci rendono riconoscibili nel mondo.
Ecco, l’idea potrebbe essere buona, bisognerà vedere il come.
Perché è sul come che si sono infranti i desideri, le strategie e le speranze di un comparto come quello turistico che rimane potenzialità ma in concreto vive di azioni poco coordinate, estemporanee e senza una visione condivisa a medio e lungo termine.
Perché è anche sul quanto (danaro e risorse umane) che si è spesso disintegrata ogni buona intenzione e professionalità assoluta.
Perché è anche con chi (Enti locali, imprenditori, multinazionali, vettori) che si vanificano le buone azioni strategiche spesso non condivise e osteggiate dalle Regioni e altri portatori di interesse che decidono di fare da soli spesso più per vanità che per eccessiva necessità.
Per questo sono del parere che il Ministero del Turismo dovrebbe essere una struttura operativa sotto la presidenza del Consiglio, per poter essere trasversale e strategico rispetto agli altri ministeri e poter essere più autorevole quando si devono imporre strategie generali che fino ad oggi lo hanno visto essere coreografia utile solo al ruolo dei ministri di turno.
È certo che questo sia il momento di cambiare: non è più prorogabile in un mondo dove le destinazioni si sfidano a colpi di investimenti multimilionari e non solo in promozione ma soprattutto nel far crescere il comparto intero, nella formazione e professionalizzazione, nelle infrastrutture, nell’accoglienza, nella digitalizzazione, nel mettere ordine al booking selvaggio e spesso abusivo.
Per questo la sfida è rendere l’Italia un laboratorio del turismo mondiale dove poter veder nascere un modello di sviluppo nuovo e innovativo che non ci faccia diventare l’ennesima Disneyland turistica per turisti in batteria ma una vera e appagante esperienza umana, culturale, turistica che segni profondamente e indelebilmente l’animo del viaggiatore.
Auguri sinceri, quindi, Ministro Centinaio. Che non sia l’ennesimo ministro (anche) del Turismo ma che il turismo abbia la dignità che merita.
Auguri a Lei, auguri a noi.
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