Ci ho provato a essere fiducioso, paziente, educato e coscienzioso in questa situazione snervante, preoccupante e mai affrontata prima.
Però oggi, dopo l’ennesima giornata di contagi in aumento che superano record su record e dopo mesi di sostanziale inerzia dobbiamo ammettere senza tanti giri di parole che la situazione sta diventando sempre più preoccupante e sempre meno gestibile.
Arriva l’inverno con il freddo e l’umore scuro come le giornate coperte dalle nuvole e poco visitate dal sole timido e immaginarmi chiuso in casa in questi prossimi mesi invernali è uno spettro inquietante che si aggira per la mia mente provata da questi mesi di incertezza e frustrazione.
Ho due genitori anziani, dei fratelli, nipoti, amici che non vedo da mesi e una vita sociale ridotta ai minimi termini in una regione come la Sardegna che oggi ha 255 posti di terapia intensiva di cui 198 occupati.
Essere ottimisti è un atto di fede più che un comportamento razionale, insomma.
Fa rabbia sapere di avere buttato tre mesi senza prepararsi a questo, impegnati a costruire castelli di parole, lotte nel fango digitali, dichiarazioni che durano il tempo di una intervista per essere smentite subito dopo, sortite imbarazzanti, baggianate colossali.
Il lockdown a Natale sembra sempre più probabile, senza parenti, senza la festa, senza la serenità dell’animo, senza il cuore allegro.
Inevitabile, forse.
Non è inevitabile invece il clima che viviamo e che avvilisce la nostra quotidianità.
Sentire ogni santo giorno cialtroni che tontificano da pulpiti social le loro pericolose banalità, essere obbligati ad ascoltare dichiarazioni fotocopia di politici inconsistenti e senza coscienza, sopportare le truppe cammellate che passeggiano sopra i potenziali cadaveri degli ingenui e degli ignoranti è forse l’aspetto più complicato da gestire.
E non basta spegnere, staccarsi, non ascoltare in un mondo connesso, permeato, alluvionato e inglobato in conversazioni che se non si vuole diventare emarginati sociali sono difficili da evitare.
Viviamo una situazione estremamente complicata e sarebbe utile, necessario e vitale abbassare i toni, parlare di fatti e meno di opinioni, evitare di parlare se non è necessario.
Tutti, soprattutto chi è esposto mediaticamente, soprattutto i politici.
Perché l’inverno non è ancora iniziato e sta arrivando, aiutateci a passarlo con la speranza che tutto possa diventare presto un ricordo spiacevole ma lontano e non invece passandolo in una lotta alla ricerca di un colpevole a tutti i costi per cercare una meschina rendita di posizione individuale.
L’inverno sta arrivando, affrontiamolo con serietà e senza aggiungere ulteriore angoscia, per favore.
Per favore.