Sorrido, con il libro appena finito e l’immagine e le parole dell’autore che mi risuonano nella testa.

Perché questo libro, caro Francesco, al di là della nostra solida amicizia è un qualcosa di enorme, di dirompente, di eterno.

Sono sardo e di Cagliari, una città che mi ha visto crescere e diventare adulto e che negli ultimi anni non mi vede più tra i suoi abitanti.

Ho amato e amo molto questa città contraddittoria, indolente e talvolta anche feroce ma che riesce sempre a farti stare in pace

La mia famiglia è saldamente ancorata alla sua storia, quella minima dei quartieri dove si conoscono tutti e dove la comunità diventa collettività crescendo insieme e il mio sguardo sul mondo è fortemente condizionato da quel luogo e dall’approccio che i suoi abitanti hanno verso il resto del mondo.

Per questo ho letto il libro con l’attenzione e la spietatezza di chi ha paura che il suo mondo possa essere tradito, possa essere svilito o peggio ancora banalizzato.

Ero quasi sicuro che Francesco non avrebbe potuto fare questo ma il timore era tanto, lo ammetto.

Ebbene, vi innamorerete di Clara Simon, di Cagliari, dei personaggi minimi, degli scorci, di tutto.

Una storia cesellata con attenzione e tratteggiata con passione, scorci che affiorano dalle pagine e ti portano per stradine e luoghi, profumi che senti salire dai paragrafi, colori che abbagliano, sensazioni vivide e reali.

Un’attenzione che racconta una storia intrigante e appassionante, che si snocciola su quinte sceniche di rara bellezza e precisione storica e legano quei quadretti di vita minimi di cui Cagliari è ricca e sulla quale fonda la propria identità più che il contesto tangibile.

Non è una storia sarda, è una storia assoluta e per la prima volta dopo tanti anni vedo la Sardegna che diventa parte della storia senza esserne coreografia riempitiva e folkloristica.

La storia recente di una Cagliari che pur incastonata in un disegno nazionale diventa il pretesto per raccontare questioni ancora oggi irrisolte, tanto attuali quanto frustranti se non avvilenti. 

C’è l’amore, il potere e l’informazione, il popolo, la borghesia e la nobiltà, i poveracci e le ingiustizie, le donne (soprattutto le donne!) e quella malinconia che strappa sorrisi e pensieri della quale Francesco è maestro.

Ho sognato trascinato in un’altra epoca tanto attuale per le dinamiche quanto lontana per un mondo e un ambiente irrimediabilmente ormai passato.

Mi sono divertito anche a riconoscere tratti di carattere, piccoli frammenti di vita cagliaritana e anche parti della vita dell’amico Francesco e delle persone che gli sono care. Certo, non credo che i tre “insopportabile” che utilizza nel romanzo siano dedicati a me (si scherza) ma ho comunque trovato tantissimo di me.

Una storia quindi che lascia fortissima l’avidità di leggerne ancora, di scoprire altro, di viaggiare con una protagonista che merita di vivere a lungo in una (mi auguro!) lunga serie di romanzi.

Mi immagino tra qualche anno leggerne altri, vedere una serie tv, osservare i turisti che passeggeranno per Cagliari e la Sardegna raccontata da Francesco alla ricerca dei luoghi descritti e vissuti.

E in questa domenica sonnecchiante, mentre passeggio al mare in un novembre stranamente caldo,  tra i mille pensieri di questa situazione surreale e complicata, penso a Clara Simon, a come il mare aiuti a calmare i pensieri e me la vedo, con il suo costume nuotare nella spiaggia del Poetto, lenta e sorridente, che saluta da lontano, pronta a raccontare la sua vita incastonata in parte della mia vissuta e di quella che invece è solo ricordo, fantasia, racconto collettivo, storia.

E io sorrido e la ringrazio per avermi fatto viaggiare lontano nel tempo e da questi tempi per rimanere amica e compagnia.

Grazie Clara, grazie Francesco.

Il vostro libro è un tuffo nel mare. 


“I delitti della Salina” – Einaudi Editore

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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