Finalmente si riapre, titolano soddisfatti a 9 colonne i quotidiani e con stroboscopiche home page nei siti di news. Una nazione squassata economicamente e psicologicamente da questa pandemia che finalmente sembra vedere la luce, sembra intravedere un ritorno a una supposta normalità tanto agognata in questo anno di sofferenze, lutti, rinunce e grave crisi economica.
Non entro nel merito della decisione, non faccio parte del comitato, non sono un politico, un virologo e neanche un influencer con portafogli.
Posso solo raccontare quello che ho vissuto e vivo nella mia regione, la Sardegna, la prima e orgogliosa Zona Bianca d’italia e prima ancora la regina dell’estate passata nelle riaperture post-lockdown.
Oggi siamo in zona rossa, con fortissime limitazioni alla mobilità, alle attività economiche, alla socializzazione, alla vita. La cosa più grave è che però pur in un contesto scarsamente popolato abbiamo un numero elevato di contagiati, morti, ricoverati e una campagna vaccinale che faticosamente prova ad arrivare alla dignitosa sufficienza.
Un contesto complicato e che ci terrà presumibilmente in questa situazione per almeno altre due settimane (forse in arancione, improbabile in zona gialla) rimandando le aperture previste a livello nazionale per il 26 aprile.
Le due settimane in zona bianca vissute dai più come un liberi tutti, con allegre e imprudenti convivialità sfociate in focolai, con una campagna vaccinale appena iniziata e con numeri e organizzazione imbarazzante hanno portato alla recrudescenza del contagio con numeri terribili.
L’estate scorsa fu ancora peggio, convinti che la pandemia fosse sotto controllo in un contesto di scarsi contagi tra i residenti in Sardegna l’apertura al turismo senza controlli e verifiche unite alla voglia di ritorno alla normalità di un po’ tutti ha fatto ripiombare l’isola nel lockdown.
La morale è che fino a quando non saremo tutti vaccinati e non avremmo il controllo sui flussi e sul loro tracciamento non ne usciamo.
Per questo dico auguri a tutti noi, in un momento nel quale l’Italia ha vaccinato ancora troppe poche persone, i controlli e le verifiche sono approssimative se non inefficaci e anche il senso civico e la responsabilità di una grande fetta di cittadini sono già in vacanza.
Quindi prudenza, vaccini, prudenza e vaccini.
La Sardegna, mi auguro, sarà probabilmente zona bianca all’inizio dell’estate, facciamo in modo che non sia l’unica dove poter andare in vacanza, anche perché a questo giro si potrà solo con regole, passaporti o certificati sanitari indispensabili per poter stare tutti tranquilli, quelli che tutta l’Italia l’anno scorso un po’ offesa e con sdegno rifiutò di adottare.
Le condizioni sono cambiate, vero. Ma forse è il caso di cambiare un po’ anche noi. Perché l’immunità di gregge vale meno per gli asini.