Vivo nel nord ovest della Sardegna dal 1998 e ho sempre espresso il mio pensiero sulle potenzialità del territorio anche in collaborazione (non ho detto sinergia!) con il ormai lanciato nord est.

Felice che con un quarto di secolo di ritardo si inizi a parlarne tra gli operatori, spesso però focalizzandosi troppo su aspetti verticali (quelli che interessano e monetizzano di più, ovviamente) e non sull’intera filiera sociale, economica e solo alla fine turistica.


Rimane comunque l’enorme potenziale e soprattutto la necessità (per quanto riguarda le destinazioni ancora in cerca di identità come Sassari) di trovare una propria strada di senso, insieme agli altri attori del territorio, soggetti economici privati compresi (non ho detto DMO!)


Da qui scaturisce quindi l’urgente necessità di pianificare attentamente un territorio e delle comunità complesse per dargli una strategia (e azioni) a brevissimo, medio e lungo termine.


Questa improvvisa attenzione al Nord Ovest nata alla luce del cambio di amministrazione regionale e delle varie realtà comunali potrebbe essere vista come una ricerca di avere incarichi esterni (da Destination Manager in giù, per intenderci).


Se anche fosse l’importante è avviare un processo di crescita sostenibile e non calare modelli che stanno dimostrando grandi limiti di gestione di flussi e coesistenza con le comunità residenti (anche in Sardegna, anche se non sembra).


Non parlo di
overtourism (che noi non abbiamo) ma di sostenibilità e disciplina dei flussi (come nei giorni scorsi leggevo ed ascoltavo da Giorgio Soffiato, Mirko Lalli e Barbara Marcotulli Del Fiume).


E dato che sarei stanco di continuare a parlare delle stesse cose da decenni (e sono anziano, ormai!) e dato che un minimo di esperienza credo di averla penso di potermi permettere di dire che è il momento per cambiare le cose.


Buon lavoro agli operatori di buona volontà 🙂

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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