Le ultime notizie di questi giorni sulla vittoria (democratica) di Trump negli USA con il supporto decisivo di Elon Musk ha avuto come conseguenza un esodo di massa di utenti da Twitter (ops, X, non ci riesco proprio a chiamarlo così) verso altre piattaforme (Threads, Bluesky e Mastodon, ad esempio).

Le motivazioni sono le più varie ma tendenzialmente non si sopporta più un social che mostra un livello di condizionamento delle conversazioni funzionale ad accreditare l’idea politica ed economica del padrone, idea ora ancora più pericolosa vista la posizione di comando (oltre che di consulente dal peso strategico) che avrà nell’amministrazione Trump.

La notizia che ha fatto più scalpore nelle ultime ore è l’abbandono da parte del Guardian, storica testata di news che trova inconciliabile il proprio ruolo con una piattaforma che non permette di svolgerlo. Anche Valigia Blu (prima del Guardian) ha deciso di chiudere l’account e penso che in italia presto seguiranno altri.

Come sapete per me twitter è stata casa, famiglia, vita e lavoro ed è complicato parlarne senza farsi condizionare da questo.

Dallo sciagurato e pacchiano avvento del nuovo padrone questo social è diventato uno strumento nelle mani del padrone, funzionale solo al progetto di condizionamento di una porzione di popolazione (soprattutto USA) per arrivare a governare. Il perché è chiaramente legato all’Elon Musk imprenditore (soprattutto SpaceX vive di commesse governative e ora è chiaro che dormirà sonni tranquilli, a prescindere dal valore che è solido, almeno quello) e anche la questione mobilità elettrica con la concorrenza cinese non lo faceva dormire tranquillo.

Ma l’aspetto più rilevante era (ed è) l’impatto della AI nella vita e nella economia di tutti i giorni ed è lì che Elon sa che si gioca il futuro. Gli attriti con OpenAI nascono perché non sopporta che qualcuno che non sia lui abbia creato qualcosa per l’umanità per poi farlo diventare business e oggi ha l’occasione di poter fare in modo che la potenza economica più influente del mondo stia al suo guinzaglio ideologico e di sviluppo.

Detto questo, rimaniamo noi, orfani di uno strumento di relazione che ci aveva messo in contatto con tante realtà e informazioni, creando un ecosistema con fatica ma efficiente e gratificante che ora ci ritroviamo a dover ricostruire in altre frammentate comunità non avendo la stessa pazienza, umiltà e leggerezza di 15 anni fa.

E non avendo neanche lo stesso comodo strumento, finestra realtime sul mondo e sulla umanità, vera connessione neurale e emozionale di relazioni.

Ci riproveremo, chi chiudendo l’account twitter sbattendo la porta, chi lasciandolo a vigilare nella speranza che cambi padrone, chi semplicemente cogliendo l’occasione per andare in pensione social.

Io nel frattempo continuo a cercare le persone che aggiungono valore alla mia giornata provando a ritrovarle su Threads (che con Facebook e Instagram è ciò di più comodo e simile alla nostra comfort zone, senza però quel realtime che amavo) e BlueSky che, nato dall’ex padrone di Twitter, Jack Dorsey, appare come l’erede più naturale e simile al Twitter degli albori.

Twitter/X per ora ha bisogno del backup e in vigile attesa proverò a capire cosa farne.

A presto qui.

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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