A Sanremo ha vinto Marta Donà, che chi conosce la musica sa quanto sia influente e determinante (e mi fermo qui).
La sorpresa e il successo più grande è stato Lucio Corsi ma come al solito è la caramella contentino che si deve dare per far edulcorare tutto il resto.
E il resto è purtroppo una industria che per la gran parte costruisce impiegati della musica che timbrano cartellini in un circo di visualizzazioni e di like dove la musica deve essere funzionale a questo.
La musica oggi è questa, molto prevedibile e forocopiata, senza il coraggio di raccontare per necessità e urgenza personale ma per andare incontro alla monetizzazione dell’arte, della presenza, dello spettacolo.
Sanremo rimane comunque uno show che ha il pregio di farci parlare di musica e questo rimane un elemento positivo.
Ora lavoriamo andando oltre per ascoltarla e capire il valore che c’è dietro, oltre lo show, oltre le chiacchiere, oltre i tormentoni e i prodotti costruiti a tavolino, nei percorsi e progetti artistici che nascono dagli artisti e non dal mercato.
Perché dipende da noi, il mercato.
Dipende da noi, scoprire i mondi che ci sono dietro quelle voci, quella musica.
Dipende da noi consumatori il futuro dell’arte.
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