Diventa oggi chiarissima l’intenzione degli Stati Uniti di prendere il timone del mondo con arroganza, minacce, ricatti e ove necessario la forza senza perdere tempo a trovare accordi o compromessi.
Condizionare il mondo e sottometterlo, almeno quelle parti che hanno avuto subalternità se non sottomissione, questa è la strategia per nulla nascosta, anzi orgogliosamente rivendicata.
Siamo a un punto di svolta e i tempi che ci aspettano non saranno semplici e privi di conseguenze, sia dal punto di vista economico ma soprattutto sociale e politico, con una evidente volontà di colonizzarlo con il modello capitalistico e dirigista che tanti danni ha già fatto in tutto il mondo.
La sfida sarà capire come uscirne fuori, anche e soprattutto in quel mondo povero che ha quelle risorse che gli USA non possono avere e che sono il vero obbiettivo.
Potere e danaro, insomma: niente di nuovo.
Però oggi la domanda che ci dobbiamo fare è cosa possiamo fare noi, pulci insignificanti di un mondo complesso.
Partiamo dal fatto che il condizionamento di massa non esiste se non come somma di condizionamenti singoli coordinati in un disegno generale. Partire dal singolo, partire da noi, partire da quelli vicini a noi.
La coscienza collettiva non nasce con un decreto o con una legge ma dalla fiducia tra esseri umani uniti in comunità di valori e di intenti.
Partiamo da qualche parte, vi prego, altrimenti saremo in balia del potente e arrogante di turno senza avere manco un salvagente.
[A margine tanti americani fuggono dagli USA per prendere residenza in Italia, con una curiosa immigrazione senza i problemi di quella povera.]
Diciamo buon lunedì, gente.

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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